“Finalmente insieme.... ma perché non ci
capiamo?”
VALENTINA SPARATORE
PSICOTERAPEUTA- MEDIATRICE FAMILIARE
DOCENTE Me.T.A.
Nel corso dei quattro anni in cui “Il Giardino Blu” ha
operato nel XIX Municipio, sono state accolte molte famiglie straniere, che
hanno fruito di servizi di vario tipo quali, ad esempio, la mediazione
culturale, il sostegno alla genitorialità, il counselling psicologico etc.
Ascoltando le storie di queste persone in un setting
prevalentemente di counseling educativo, gli operatori hanno potuto toccare con mano la complessità
dell’esperienza migratoria, nonchè l’enorme impatto che questa ha sulla vita
dei protagonisti; in particolare, quando si tratta di bambini o adolescenti che si ritrovano a
vivere, senza averla scelta, una dolorosa separazione dai propri genitori ed un
successivo ed altrettanto difficile ricongiungimento. La maggior parte delle
volte, i bambini non vengono preparati per tempo ma frettolosamente informati
all’ultimo, mentre osservano, senza
capire, le proprie madri riempire velocemente le valige: quasi in fuga per non
indugiare in un dolore troppo intenso e rischiare di mandare all’aria un
progetto grazie al quale l’intera famiglia allargata vuole riscattarsi dalla
povertà. Il distacco emotivo da parte di queste mamme diventa, allora, una
strategia di sopravvivenza, l’unica possibile di fronte ad un simile strappo.
Allontanare dalla coscienza il proprio dolore di madre, tuttavia, comporterà il
pagamento di un ulteriore prezzo: l’obbligo di diventare insensibili anche al dolore
dei propri figli che, disperati, legittimamente, reclamano al proprio fianco la confortante presenza di chi
li ha messi al mondo. Un profondo vissuto di tradimento incrinerà drammaticamente
la fiducia di questi bambini nei confronti delle persone significative che, nel
loro vissuto, hanno complottato alle loro spalle, affinché il mandato familiare
si realizzasse. Dal canto loro, questi genitori sentono di compiere un
sacrificio estremo, rinunciando alla vicinanza dei propri bambini, pur di garantire
loro un futuro migliore. Lavorano sodo per anni, cercando di non sentire né la
fatica, né la nostalgia fino a quando, accumulato finalmente il denaro
sufficiente, attueranno il tanto atteso ricongiungimento.
Spesso, purtroppo, questo momento tanto atteso diviene
l’inizio di un nuovo travaglio: quel bambino lasciato al paese di origine, che implorava la presenza della madre,
trasognata per anni, non esiste più: al suo posto c’è un preadolescente
indurito anch’egli da un dolore troppo grande, un ragazzo che, suo malgrado, ha
dovuto imparare a fare a meno e che ora difficilmente è disponibile ad aprire
il suo cuore con fiducia.
Paradossalmente, dal dramma della separazione si
perviene così al dramma del ritrovarsi: ecco che, invece di ricevere dai propri
figli teneri abbracci e commossi ringraziamenti per il sacrificio compiuto,
questi genitori già tanto provati dalle fatiche quotidiane, si trovano a fare i
conti con un’inattesa sfida, quella di farsi perdonare dal “peccato originale”
dell’abbandono. Infatti i figli, lungi dal manifestare con gioia un affettuoso attaccamento,
attivano inconsapevolmente agiti
provocatori, allo scopo di testare la tenuta di una relazione apparsa ai loro
occhi inaffidabile e rischiosa. Così, i “ritrovati” genitori, privi degli
strumenti necessari per comprendere il senso di tali agiti, non concedono ai
figli il privilegio di provare rabbia e dolore, così come loro non si
concessero, al momento della partenza.
Questa è la narrazione della premessa di un nuovo
capitolo del dramma: una reazione genitoriale centrata sulla percezione
distorta della ingratitudine e del tradimento e sull’ulteriore distanziamento che alimenta un doloroso
circolo vizioso, che non lascia spazio ad un’autentica comunicazione emotiva.
Per questi motivi, al “Giardino Blu” sono giunte mamme
deluse ed arrabbiate con i propri figli ritenuti freddi, distaccati, ingrati. In alcuni casi, i comportamenti di sfida dei figli
sono stati gestiti attraverso la minaccia di ulteriori separazioni.
Dopo aver ascoltato con partecipazione molte di queste
storie, gli operatori del Giardino Blu hanno ritenuto utile offrire a questi
genitori l’opportunità di incontrarsi e di cominciare a condividere la comune
esperienza di separazione e ricongiungimento. In particolare, si è pensato di utilizzare un setting di
gruppo, in taluni casi integrato da incontri individuali, orientato a
facilitare nei partecipanti l’acquisizione di una nuova chiave di lettura del
processo da cui si sentono travolti.
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